Miei cari amici,
Buona domenica! Quale lettura sta accompagnando le vostre giornate?
È da un po' che ho finito di leggere il libro di cui ho intenzione di parlarvi oggi, ma ho aspettato per recensirlo. È un libro dalle scene forti e dalle luci soffuse, dalle verità crude e sconvolgenti.

Bruna K. Midleton
Pagine: 164
Prezzo: € 6.99/13.52
Genere: Narrativa Storica
Editore: Bonfirraro
Marianna De Leyva, la monaca di Monza de I promessi sposi del Manzoni non era certamente sola nel monastero di Santa Margherita, con lei c'erano molte altre fanciulle "forzate" al velo claustrale contro la propria volontà . Le vicende che le coinvolsero s'inquadrano in un microcosmo di sortilegi e malefici, lussuria e pratiche ascetiche, disciplina e corruzione del clero. Le fanciulle venivano sacrificate a calcoli d'ambizione e d'interesse, d'avarizia e d'eredità , trasferite dai sogni dorati dell'adolescenza ai silenzi austeri delle celle, dai nascenti amori alle privazioni e all'isolamento della clausura, cui si contrapponevano i fantasmi d'una cupa disperazione, d'un irrefrenabile desiderio, d'una perversione della natura. Sotto l'abito claustrale si celavano le tentazioni, s'insinuavano i peccati, si profanavano i corpi e le anime. Se la Religione ne fu oltraggiata, la colpa va ricercata nell'infamia della nobiltà e del potere civile e religioso arroccato nei propri privilegi e nell'uso ignobile delle fanciulle. La più vergognosa delle ingiustizie s'era abbattuta sulle monache di Monza forzate al peccato e alle quali era stata chiesta una tremenda riparazione alla santità pretesa e violata. Il silenzio e il buio sono scesi per sempre su quella tragedia umana e religiosa che ha consegnato alla storia le monache di Monza.
La mia recensione
Il mondo ecclesiastico è spesso stato oggetto di numerosi scandali, e non parlo di quelli economici e finanziari che sono più facili da digerire, sto parlando delle oscure vicende che si celano dietro alcune mura di questo mondo che dovrebbe essere rappresentante di purezza, ma l'uomo sembra essere tutto tranne che puro.
La copertina del libro che vi presento oggi è scandalosa, è vero. E' un dipinto di Heinrich Lossow, del 1880, chiamato "Il Peccato", che a primo impatto potrebbe suscitare una sensazione di disgusto, e sono contenta che sia così, perché quello che racconta il dipinto fuori, e l'autrice dentro, è orribile.
Abbiamo tutti sentito parlare della Monaca di Monza, la monaca più famosa della letteratura italiana grazie al capolavoro manzoniano "I Promessi Sposi". Di lei Manzoni ci ha raccontato che era solo una bambina quando fu iniziata alla vita di clausura, e di quanto il padre fosse entusiasta della vocazione - all'incirca inesistente - di sua figlia. Era chiaro come fosse usanza dell'epoca destinare le figlie femmine alla vita monastica, ma Bruna ci regala una storia più dettagliata, che riprende alcune informazioni già diffuse dal Manzoni, e va oltre, verso quello che non si è mai saputo.

Poiché la vocazione di Marianna non era sincera, sin dai primi anni di vita il padre era solito regalarle bambole vestite da monaca, sperando di insinuare nella sua mente il dubbio che forse quella era davvero la strada più adatta a lei e di renderla pronta al momento in cui avrebbe varcato le porte del monastero. Per Marianna, però, fu solo la dimostrazione dell'inaffettività del padre e dell'ingiustizia di un'epoca dominata dal maschilismo e dalla soggiogazione e sottomissione del genere femminile. Un'epoca in cui qualcuno aveva già deciso come sarebbero andate le cose per lei, per una giovane piena di sogni, di impulsi, e che ogni terreno della vita voleva tastare, eccetto quello religioso. Ma la povera Marianna aveva poco da rimpiangere e disperarsi, il suo destino comunque era chiaro e indiscutibile: avrebbe preso il velo presso il Monastero di Santa Margherita, il cui nome completo era "Monastero delle Benedettine Umiliate di Santa Margherita di Monza".
La storia di Marianna è interessante e intrigante, specchio e ritratto di una società che è sempre stata basata su precetti maschilisti, ed è solo una delle tante. Il racconto, infatti, riporta anche i fatti che riguardano altre sorelle che furono reputate complici dei suoi peccati. Vi renderete conto dell'ingiustizia del processo a cui sono state sottoposte le sorelle, del maschilismo tangibile e ripugnante che impregna la vicenda narrata da Bruna, di come siano bravi a insabbiare gli scandali che non conviene diffondere e come invece si getti infamia e disonore sulle figure femminili.
Murate vive è un testo di narrativa storica, è vero, ma se pensate che per questo possa annoiarvi vi sbagliate di grosso. Personalmente è una lettura che ho divorato, perché mi ha incuriosita parecchio e si è rivelata ben articolata e ben documentata.
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