
di Pina Simonetti
Pagine: 153
Prezzo: € 4,99/8,50
Editore: Santelli Editore
Lontani dalle loro realtà , circondati da coetanei e con la consapevolezza che non durerà per sempre, le protagoniste e i protagonisti di questo romanzo si perdono nella magia dell'Erasmus. Il campus universitario diviene il loro paese dei balocchi dove tutto è relativo e la morale sembra un concetto lontano, lontano quanto il loro Paese di origine. Attraverso l'incontro con altre culture, spinti da un'irrefrenabile voglia di scoperta, le ragazze e i ragazzi liberano le proprie tentazioni rivelando una nuova versione di sé che li sprona a prendere decisioni inaspettate.

Quando ho terminato la lettura, nella mia mente si è venuto a concretizzare più che mai un ricordo. La lettura di questo splendido racconto mi ha revocato un testo poetico studiato al Liceo, un testo che pensavo di aver totalmente dimenticato: Il Trionfo di Bacco e Arianna, scritto da Lorenzo Il Magnifico. Non è neppure così strano che mi sia tornato nella mente questo importante personaggio storico, non solo per la Serie Tv che ultimamente lo vede protagonista, quanto piuttosto per il profondo amore che nutro per la bella Firenze e per l'epoca rinascimentale. Eppure la cosa mi stupisce.
Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia
Chi vuole esser lieto, sia,
di doman non c’è certezza.
Credo che questo sia uno degli incipit più belli e più famosi della letteratura italiana. In maniera del tutto spontanea le emozioni che il testo mi ha trasmesso mi hanno fatto pensare a quanto questi versi riuscissero a racchiudere il senso più esplicito e dolce-amaro de Il Paese dei Balocchi, libro dal titolo bizzarro e dalla trama particolarmente originale. Ma procediamo con ordine.
Sarò sincera: ero incuriosita dalla trama, ma ero anche molto titubante. Avevo paura fosse uno scritto banale, uno di quelli che ti promettono tanto e che poi sono una delusione. Invece, con estremo piacere, mi ritrovo ad ammettere che si è verificato l'esatto contrario.
Io-narrante e io-narrato non coincidono. L'ars oratoria viene affidata a un narratore esterno, una figura praticamente astratta, che guarda tutti i personaggi dall'alto, capace di spostarsi nello tempo e nello spazio, e di riuscire a tenere il lettore incollato alle pagine. La storia comincia con uno sguardo parallelo alla quotidianità di due giovani donne, Mira da un lato e Adèle dall'altro. L'una italiana, l'altra francese.
Entrambe, con lo stesso impellente desiderio di dare una svolta alla propria insoddisfacente routine, finiscono per ottenere una borsa di studio per un Erasmus a Bielefeld, nel centro-nord della Germania. E' così che, dopo aver avuto un paio di notizie davvero toccanti sul loro passato, le strade delle due ragazze si incrociano, ritrovandosi a percorrere lo stesso folle iter.
Entrambe, con lo stesso impellente desiderio di dare una svolta alla propria insoddisfacente routine, finiscono per ottenere una borsa di studio per un Erasmus a Bielefeld, nel centro-nord della Germania. E' così che, dopo aver avuto un paio di notizie davvero toccanti sul loro passato, le strade delle due ragazze si incrociano, ritrovandosi a percorrere lo stesso folle iter.
Perchè folle? Si sa, l'Erasmus è un'esperienza di per sè speciale, ma Pina Simonetti ha i suoi assi nella manica, con i quali vi stupirà più di quanto possiate immaginare, e vi conquisterà con la sua originalità e capacità .
In Erasmus Si conoscono nuove persone, nuovi amici, una nuova famiglia all'insegna della sopravvivenza in un paese straniero, ma quello che Mira e Adèle si sono ripromesse è di vivere questa magica esperienza come se si trovassero in una dimensione parallela. Quello che succede in Erasmus, rimane in Erasmus, insomma.
In Erasmus Si conoscono nuove persone, nuovi amici, una nuova famiglia all'insegna della sopravvivenza in un paese straniero, ma quello che Mira e Adèle si sono ripromesse è di vivere questa magica esperienza come se si trovassero in una dimensione parallela. Quello che succede in Erasmus, rimane in Erasmus, insomma.
Mira e Adèle sorrisero, la loro teoria del relativismo erasmusiano, dove tutto era permesso perché non sembrava reale, stava iniziando a coinvolgere un po' tutti.
Mira era partita alla volta della Germania dopo aver rifiutato una proposta di matrimonio che ha messo fine a una relazione di 8 anni. La sua vita necessitava di un radicale cambiamento già da tempo, ma solo adesso ne aveva avuto il coraggio.
L'ambientazione selvaggia di un piccolo paesino sperduto della fredda Germania stava liberando la Mira che per tanti anni era stata messa in catene, dentro precise, e personali, mura morali.
Mira era sempre stata una persona ragionevole, equilibrata, tanto che raramente usciva dalle linee invisibili che le delineavano il corpo dall'alto verso il basso e le segnavano la via da seguire. Sapeva sempre qual era la cosa giusta da fare. Era infatti dotata di una gran maturità per la quale, seppur nei limiti della sua giovane età , di sicuro riconosceva quello che non era assolutamente consigliabile perseguire. A tormentarla adesso era che le persone intorno a lei riuscivano subito ad inquadrarla perfettamente in questa sua natura controllata e circoscritta. La sua nuova amica francese vedeva in lei un punto fermo di moralità e buon senso e questo era riuscita a fiutarlo da subito. Così come le altre persone che aveva incontrato pensavano di lei come alla classica brava ragazza.
Presto si ritrovarono a godersi le acrobazie acquatiche di un gruppo di surfisti. Léo sedeva di fianco a Mira. Aveva assunto gli atteggiamenti di un fidanzato dolce e premuroso, mentre lei sembrava rivolgergli attenzioni a momenti alterni, si avvicina e si allontanava emotivamente da lui come fosse su un'altalena. Celil si guardava intorno e non riusciva a smettere di sorridere, diceva che poteva sentire il profumo della libertà . Adèle aveva lo sguardo perso nel blu dell'oceano.
Tappe del viaggio saranno Amsterdam, Parigi, Lisbona. Ma più che un viaggio in tre delle città più belle del mondo, sarà un viaggio metaforico e spirituale. Sarà un vagare di corpo e anima, fino a quando i nostri ragazzi non decideranno di prendere la situazione in mano e affrontarla, una volta e per tutte.
[Mira] era evasa dalla sua quotidianità , detto addio ai progetti matrimoniali con Luca, aveva ripreso a studiare e iniziato a viaggiare e ora era felice e spaventata. Felice perché valutava di essere riuscita a fare quello che desiderava, spaventata perché sentiva di non volersi fermare più. Non aveva più progetti, non riusciva più a immaginare cosa avrebbe combinato dopo questo viaggio o ancora peggio, quando sarebbe ritornata in Italia, sentiva soltanto che il tuffo allo stomaco che le provocava viaggiare, l'adrenalina che sembrava prendere il posto del suo sangue, erano le ragioni per cui non si sarebbe fermata più. Questo la terrorizzava.

2 Commenti
Bellissima recensione :)
RispondiEliminaGrazie infinite per la tua splendida recensione Martina, è bello scoprire di aver trasmesso tante emozioni :)
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