Buongiorno lettori, come promesso ecco due parole su Anna Karenina, un libro che ho iniziato a metà del 2020 e che mi sono portata dietro per mesi!
Anna Karenina || Lev Tolstoj || 1022 Pagine || € 12.00
«Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice lo è a modo proprio.»
«Qual è il vero peccato di Anna, quello che non si può perdonare e che la fa consegnare alla vendetta divina? È la sua prorompente vitalità, che cogliamo in lei fin dal primo momento, da quando è appena scesa dal treno di Pietroburgo, il suo bisogno d'amore, che è anche inevitabilmente repressa sensualità; è questo il suo vero, imperdonabile peccato. Una scoperta allusione alla sotterranea presenza nel suo inconscio della propria colpevolezza è il sogno, minaccioso come un incubo che ritorna spesso nel sonno o nelle veglie angosciose, del vecchio contadino che rovista in un sacco borbottando, con l'erre moscia, certe sconnesse parole in francese: Il faut le battre le fer, le broyer, le pétrir [...]. Il ferro che il vecchio contadino vuole battere, frantumare, lavorare, cioè distruggere, è la stessa vitalità, il desiderio sessuale, l'amore colpevole e scandaloso di Anna; e così essa lo sente e lo intende come la colpa che la condanna. Ed è l'immagine minacciosa di quel brutale contadino, conservatasi indelebilmente nella sua memoria, che le riappare davanti e la terrorizza alla vista di quell'altro vecchio contadino, un qualsiasi frenatore, che passa sul marciapiede sotto il suo finestrino curvandosi a controllare qualcosa; ed è quel vecchio a farle improvvisamente comprendere cosa deve fare: distruggere quella vitalità, e cioè distruggere se stessa per espiare la sua colpa.» (Dalla Postfazione di Gianlorenzo Pacini)
LA MIA OPINIONE
Prendere tra le mani Anna Karenina è un po' come fare un salto nel passato. Prima di iniziare la lettura di uno dei più famosi capolavori della letteratura russa, ci si deve pensare un paio di volte. Come tutti i classici non è una lettura veloce né per numero di pagine né per contenuti, però scorre. Scorre molto bene!
Siamo nella Mosca dell'800, e per la nobiltà russa è una giornata come tutte le altre, tranne per il fatto che la moglie di Oblonskij ha appena scoperto che il marito intrattiene una relazione adultera con un’altra donna, e senza alcun colpo di scena scoppia il caos. La moglie di Oblonskij, però, rispetta molto sua cognata Anna, che dunque giunge da San Pietroburgo per tentare di acquietare gli animi tra il fratello e la cognata. Questo, esattamente questo, è il punto di non ritorno per la quiete di tutti i personaggi della storia. Quando infatti Anna tornerà a San Pietroburgo dal marito, la sua vita e quella dei personaggi incontrati a Mosca prenderà una piega totalmente diversa, che non vi svelo per due motivi:
2. Non voglio fare spoiler
Il romanzo si presenta come uno degli insuperabili capolavori del realismo, secondo autori come Dostoevskij e Nabokov, (mica autorucci, insomma), e in effetti la narrazione è tanto descrittiva da far comprendere perfettamente il contesto della nobiltà russa. Tuttavia, mi sento sinceramente di accordarmi a quello che è stato il primo parere della critica letteraria: «un frivolo racconto delle vicende dell'alta società moscovita». Frivolo magari no, però non solo non mi ha coinvolta, ma mi ha proprio annoiata.
Probabilmente questa mia delusione è stata anche causata dal fatto che me lo aspettavo molto più scandaloso. Le trasposizioni cinematografiche secondo me hanno un po' calcato la mano sull'aspetto sbagliato della vicenda, dandomi l'impressione che il fulcro dell'intera storia fosse l'adulterio, quando in realtà la vicenda di Anna non è l'unica su cui l'autore ha puntato i riflettori. Il romanzo è fatto da personaggi, personaggi realistici, veri, che vivono la loro quotidianità - per me in modo noioso - ma affrontando una serie di dubbi personali che toccano tantissime tematiche, tra cui l'adulterio.
Infatti sono molto presenti anche i temi dell'ipocrisia, della gelosia, della famiglia, del matrimonio, della società, del progresso, del desiderio carnale, nonché il conflitto tra lo stile di vita agricolo e quello urbano che caratterizza tutta l'ambientazione. Per quanto riguarda il setting urbano, le due principali città in cui ci troviamo sono Mosca e San Pietroburgo, due città che vengono messe a paragone in modo interessante (oltre che realistico, eheh). Invece, in contrapposizione abbiamo la campagna in tutta la sua semplicità, su cui però l'autore si è soffermato a lungo tramite e a causa della figura di Lenin, uno dei personaggi principali di tutto il romanzo. Quello che infatti ho notato è che tutti i personaggi sono rappresentanti di tematiche differenti, e a tutte l'autore ha cercato di dare la giusta importanza.
Un altro tema, quello forse più presente di tutti, è quello della fede. Un tema che non mi ha sorpreso essere presente, dopo aver letto un paio di romanzi di Dostoevskij. In realtà pensavo fosse una sua caratteristica, quindi non davo per scontato che anche Tolstoj intridesse le sue pagine di fede, però è successo, ed è quello che più ha creato tormento nei cuori dei personaggi per tutto il romanzo. Con ciò non voglio far passare il messaggio che Anna Karenina sia un romanzo religioso, tra i personaggi ognuno vive la fede come crede, c'è chi è profondamente credente, chi fanatico, chi totalmente indifferente, chi dichiaratamente ateo, però vi renderete conto che la fede è il filo conduttore di tutto il romanzo, la causa di ogni pensiero, dubbio e tormento.
Dato a Cesare quel che è di Cesare, posso comunque dire che non mi ha conquistata, non mi ha minimamente coinvolta e l'ho trovato prolisso in maniera esagerata. Inoltre, le relazioni interpersonali tra i personaggi mi sono sembrati banali, e Anna l'ho praticamente trovata insopportabile.
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